Nonostante l’assunzione di sodio sia generalmente regolata da meccanismi neuroendocrini, sembra che la sua assunzione possa essere legata anche ad agenti infiammatori che agiscono direttamente sul sistema nervoso centrale. Così, la segnalazione immunitaria, e in particolare quella relativa all’asse intestino-cervello, sembra avere il potenziale per influenzare il controllo dell’assunzione di sodio. Questo è quanto emerge in un recente studio pubblicato su Appetite, grazie al lavoro congiunto dei ricercatori di tre differenti università brasiliane (1).
Sodio: ruolo e meccanismi di regolazione
Il sodio è un elemento alcalino che espleta diverse funzioni nel nostro organismo quali, ad esempio, il mantenimento del potenziale transmembrana, del volume cellulare e dell’omeostasi dei fluidi corporei (2).
Il contenuto di sodio e di acqua nel corpo, infatti, è responsabile dell’omeostasi dei fluidi attraverso meccanismi che coinvolgono l’escrezione e l’assunzione di acqua e di questo minerale. Quando il contenuto corporeo di sodio diminuisce sotto la soglia omeostatica, si verifica una condizione definita carenza di sodio, che viene genericamente compensata attraverso una sua maggior assunzione (1).
Una situazione carenziale di sodio, tuttavia, non è frequente. Infatti, in condizioni fisiologiche normali, la quantità di sodio da reintegrare con la dieta è bassissima (circa 0,1-0,6 g al giorno) e con le diete moderne ricche in sale generalmente viene superata la quota necessaria (il che non solo non partecipa allo sviluppo di stati carenziali ma, al contrario, punta all’eccesso, il quale è un noto fattore di rischio per la salute cardiovascolare).
Nonostante il meccanismo più noto che regola il bilancio di sodio nel nostro organismo sia dipendente dal sistema neuroendocrino (i neuroni osmorecettori, localizzati a livello ipotalamico, fungono proprio da “sensori” (3)) restano ancora molte incognite sui meccanismi di regolazione, e recenti studi hanno dimostrato un possibile coinvolgimento dell’asse-intestino cervello nell’equilibrio idro-elettrolitico.
Asse intestino-cervello e assunzione di sodio
Secondo quanto riportato nello studio, sembra vi sia la possibilità che i sistemi immunitari periferici e centrali possano influenzare il circuito neuronale che orchestra l’assunzione di sale nei mammiferi, sia in condizioni di salute che in stati fisiopatologici.
Alcuni componenti della dieta quali il sodio e i grassi, se ingeriti in grandi quantità, possono facilitare l’assorbimento passivo di agenti infettivi e non infettivi attraverso l’intestino e innescare cambiamenti nella segnalazione intestinale attraverso il sistema immunitario.
Questo poiché il sodio sembrerebbe avere la capacità di aumentare la permeabilità intestinale, consentendo così la traslocazione dal lume intestinale sino al flusso sanguigno di agenti capaci di innescare risposte locali di reazione immunitaria.
In tal senso, il sistema immunitario, interagendo con le molecole di segnalazione sia a livello locale che sistemico, sembra partecipare ai meccanismi fisiologici che regolano l’omeostasi dei fluidi. Di conseguenza, la complessità del sistema immunitario, le sue variazioni e, forse, lo stato del sistema immunitario innato e adattativo sembrano essere fattori importanti che contribuiscono allo sviluppo di malattie croniche non trasmissibili (1).
1. Freitas, F. E. D. A., Batista, M. A. C., de Assis Braga, D. C., de Oliveira, L. B., Antunes, V. R., & Cardoso, L. M. (2022). The gut-brain axis and sodium appetite: Can inflammation-related signaling influence the control of sodium intake?. Appetite, 106050.
2. Pollock, J. S., Ryan, M. J., Samson, W. K., & Brooks, D. P. (2014). Water and electrolyte homeostasis brings balance to physiology. American Journal of Physiology-Regulatory, Integrative and Comparative Physiology, 307(5), R481-R483.
3. Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (2019). Dossier Scientifico delle Linee Guida per una sana alimentazione (Edizione 2018)