Legumi: buone pratiche pubbliche per aumentarne il consumo

legumi e salute

I tassi di aumento delle NCD sono allarmanti in tutto il mondo e la prevenzione primaria, alla cui base vi è una sana alimentazione, è essenziale per invertire questa tendenza.

Alla base di una sana alimentazione, come ormai noto, i legumi occupano un posto di rilievo, soprattutto grazie alla ricchezza in nutrienti e fibre, al ruolo che hanno nella tradizione gastronomica di diverse culture e al loro contributo nella costruzione di sistemi alimentari più sostenibili.

In ragione di ciò, una revisione pubblicata su Legume Science approfondisce la letteratura scientifica esistente alla ricerca di studi solidi e significativi, che confermino l’effetto positivo dei legumi sulla salute umana, evidenziando al contempo alcune aree di intervento per consolidare il loro ruolo come strumento di salute pubblica (1).

Legumi: in Italia li consuma con frequenza solo metà della popolazione adulta

Diversi studi sostengono che l’aumento del consumo pubblico di legumi potrebbe essere un approccio pratico ed economico per aiutare a combattere l’attuale epidemia di obesità e prevenire numerose malattie, tra cui diversi tipi di cancro, malattie cardiovascolari (CVD) e diabete di tipo 2 (2). Nonostante ciò, il consumo di legumi non ha ancora raggiunto livelli in linea con quanto raccomandato dalle linee guida per una sana alimentazione e, secondo i dati Istat sugli aspetti di vita quotidiana solo il 52% della popolazione adulta li consuma almeno qualche volta a settimana (3). A tal proposito, la percezione dei consumatori sembra giocare un ruolo rilevante nella ridotta assunzione di questa categoria di alimenti e i motivi trainanti sembrano essere una scarsa conoscenza sui legumi, su come prepararli, gli eccessivi tempi di cottura e le preoccupazioni derivanti da gonfiore e possibili flatulenze (4).

Raccomandazioni per far progredire la ricerca sul ruolo dei legumi nella salute pubblica

Uno dei problemi associati al consumo di legumi è prettamente lessicale. Spesso, infatti, capita che i consumatori siano scoraggiati nel consumare legumi a causa della presenza di composti definiti anti-nutrienti. Questi, in realtà, sono definiti così poiché non apportano calorie e, a differenza di quanto il nome faccia pensare, sono preziosi composti bioattivi con importanti funzioni fisiologiche per il nostro organismo tra cui, ad esempio, un’azione antiossidante (1). In ragione di ciò, una prima raccomandazione riguarda l’importanza di insistere sull’educazione alimentare e la corretta divulgazione di informazioni al fine di costruire una cultura alimentare sempre più consapevole.

Una seconda raccomandazione al fine di aumentare il consumo di legumi nella popolazione generale riguarda la necessità di progettare e convalidare dei sistemi di valutazione dietetica specifici. Dovrebbero essere ideati sistemi di valutazione in grado di quantificare l’assunzione totale di legumi come questionari specifici sulla frequenza degli alimenti. Utilizzando questi strumenti, dovrebbero dunque essere esaminati gli effetti rispetto a tipologia di legume, alla frequenza di consumo e al differente impatto nel consumo sulla salute nei diversi sessi (studi umani e su modello murino confermano che le fibre contenute nei legumi potrebbero avere impatti differenti sulla salute nei due sessi) (1).

Una terza raccomandazione vede di nuovo al centro il mondo della ricerca, chiamato a incorporare gli sforzi di sensibilizzazione basandosi sulla teoria del cambiamento comportamentale. Condividere i risultati di ricerca ottenuti è essenziale, ma questi ultimi dovrebbero diventare comprensibili e accessibili a un pubblico sempre più ampio. Tuttavia, è necessario andare oltre la semplice diffusione delle informazioni, perché la conoscenza da sola è inadeguata per cambiare i comportamenti sanitari. In ragione di ciò viene raccomandata l’implementazione di teorie sul cambiamento comportamentale per motivare un comportamento sempre più sostenibile e salutare del consumatore. Questo implica una collaborazione intersettoriale crescente tra le branche della psicologia e della nutrizione.

Infine, così come è stato costruito il National Weight Control Registry, la revisione si pone l’obiettivo di creare un National Pulse Registry, che idealmente potrebbe diventare internazionale. Questo registro dovrebbe enfatizzare gli esiti desiderabili sulla salute derivanti dal consumo di legumi attraverso aneddoti personali ed esperienze di rappresentanti provenienti da diverse realtà sociali, socioeconomiche e culturali. Ciò incoraggerebbe le persone a ritenere che i suggerimenti e i benefici per la salute siano più pertinenti, riconoscibili e realistici (1).

1.Didinger, C., & Thompson, H. J. (2022). The role of pulses in improving human health: A review. Legume Science, e147.
2. Didinger, C., Foster, M. T., Bunning, M., & Thompson, H. J. (2022). Nutrition and Human Health Benefits of Dry Beans and Other Pulses. Dry Beans and Pulses: Production, Processing, and Nutrition, 481-504.
3. ISTAT (2022). Salute e Sanità- Aspetti della vita quotidiana – Persone: Pane, legumi, latte, formaggi – età dettaglio.
4. Henn, K., Goddyn, H., Olsen, S. B., & Bredie, W. L. (2022). Identifying behavioral and attitudinal barriers and drivers to promote consumption of pulses: A quantitative survey across five European countries. Food Quality and Preference, 98, 104455.