L’acqua del rubinetto NON è meno sicura di quella in bottiglia

ACQUA RUBINETTO BOTTIGLIA

Nonostante sia opinione ancora diffusa, l’acqua del rubinetto non è meno sicura rispetto all’acqua in bottiglia. Negli anni questa credenza si è consolidata portando a “due schieramenti opposti” che sostengono pro e contro di una o dell’altra “categoria” di acqua senza tuttavia considerare le reali differenze che intercorrono tra loro.
Ma quali sono queste differenze? Entrambe rientrano nella categoria “acque potabili”, ma le normative che le disciplinano sono differenti e di conseguenza, anche i parametri utilizzati per valutarne le caratteristiche si discostano leggermente.

Caratteristiche dell’acqua in bottiglia

L’acqua in bottiglia, nota come minerale naturale, è un’acqua microbiologicamente pura che si origina a partire da una o più sorgenti naturali o perforate (falda acquifera o giacimento sotterraneo) e, una volta captata, viene imbottigliata alla sorgente al suo stato naturale mantenendo delle caratteristiche chimico-fisiche e igieniche distintive. Data la sua natura, presenta un tenore in minerali (principalmente magnesio, ferro, calcio, silicio, sodio) superiore rispetto alle altre acque; tuttavia, questo dato non fa sì che siano preferibili rispetto alle altre, se non in caso di specifiche esigenze o carenze nutrizionali.
Il regolamento che ne disciplina la commercializzazione è il D.L. n.176 del 8 ottobre 2011 e stabilisce che non possono essere sottoposte a trattamenti che alterino la loro purezza originale (1), però, il packaging scelto, può influire negativamente sugli elementi presenti nell’acqua a lungo termine. A tal proposito, recentemente è stato osservato un aumento di microplastiche nella matrice fecale in soggetti soliti consumare acqua in bottiglie di plastica (2) ma i potenziali rischi per la salute nell’ingestione di microplastiche non hanno ancora raggiunto un parere unanime da parte della comunità scientifica. In ogni caso queste acque, prima di poter essere commercializzate tal quali, devono sottostare a rigorosi processi di valutazione delle proprie caratteristiche così da risultare idonee e sicure al consumo.

Caratteristiche dell’acqua del rubinetto

Le acque che non coincidono con le acque minerali naturali ma che sono comunque destinate ad un uso potabile, alla preparazione di alimenti e bevande domestiche o industriali o comunque destinate ad essere ingerite dall’uomo, rientrano in questa categoria. Chiamate “acque destinate al consumo umano”, vengono prelevate da sorgenti, pozzi o da corpi idrici superficiali naturali o artificiali, come laghi e corsi di acqua (1). Il tenore in minerali risulta inferiore, ma questa considerazione potrebbe essere fatta anche tra le diverse acque minerali naturali, poiché questo fattore dipende dalla fonte dalla quale si estrae.
In Italia, le acque del rubinetto vengono gestite grazie al decreto legislativo n. 31 del 2001 (i cui allegati II e III sono stati modificati con il DM del 14 giugno 2017 e successivi aggiustamenti) ma non molto tempo fa, per garantire un ulteriore rispetto dei parametri qualitativi, a fronte delle crescenti preoccupazioni legate all’inquinamento ambientale, è stata pubblicata in Europa la Direttiva (UE) 2020/2184, che introduce delle norme riviste al fine di proteggere la salute umana e allineare le caratteristiche dell’acqua erogata agli standard di salute e sicurezza emergenti (3). In ogni caso, l’acqua del rubinetto viene sottoposta ad un processo di potabilizzazione e diversi controlli analitici da parte del Gestore del Servizio Idrico Integrato e dell’ente competente ai controlli (Asl) che verificano periodicamente il rispetto dei parametri legislativi e igienico-sanitari e, secondo quanto emerge dal resoconto pubblicato dal Ministero della Salute, l’Italia presenta i valori tra i più alti in Europa in termini di qualità (4).

Insomma, le differenze effettive che si possono riscontrare tra acqua in bottiglia e del rubinetto sono solo quelle legate al tenore di minerali, alla legislazione di riferimento e al luogo di captazione, ma sicuramente non quelle legate alla sicurezza e igiene al consumo che, in entrambi i casi, rimangono standard imprescindibili per garantire il servizio di erogazione e distribuzione.

1. ARPAV. (2021). Acque potabili.
2. Yan, Z., Liu, Y., Zhang, T., Zhang, F., Ren, H., & Zhang, Y. (2021). Analysis of Microplastics in Human Feces Reveals a Correlation between Fecal Microplastics and Inflammatory Bowel Disease Status. Environmental science & technology.
3. Ministero della Salute. (2021). Normativa di riferimento della qualità dell’acqua destinata al consumo umano. Data di pubblicazione: 15 settembre 2016, ultimo aggiornamento 25 agosto 2021
4. Ministero della Salute. (2021). La qualità delle acque in Italia. Data di pubblicazione: 7 ottobre 2016, ultimo aggiornamento 25 agosto 2021