Molte diete in voga negli ultimi anni hanno demonizzato i carboidrati, in base al principio secondo cui eliminarli farebbe dimagrire.
Dal punto di vista biochimico, la riduzione dei carboidrati provoca effettivamente una perdita di peso piuttosto rapida, tuttavia, si tratta di un effetto raggiungibile in acuto ma per nulla perseguibile nel tempo.
Il cervello utilizza come carburante il glucosio, il più semplice dei carboidrati. In sua assenza, è costretto a metabolizzare i lipidi producendo corpi chetonici, composti che oltre certi livelli possono essere dannosi per l’organismo. Un corretto fabbisogno di carboidrati è per questo, oltre che per altri motivi, fondamentale, tanto che, secondo le Livelli di Assunzione di Riferimento della Società Italiana di Nutrizione Umana, i carboidrati dovrebbero essere il nutriente più abbondante della dieta, apportando il 45-60% dell’energia giornaliera. Meglio preferire quelli integrali, con un impatto ridotto sulla glicemia, e limitare invece gli zuccheri semplici, come il saccarosio o il fruttosio (1).
Addirittura, secondo uno studio condotto su oltre 20 mila soggetti, il consumo di pasta (il carboidrato “per eccellenza”) sarebbe associato ad una riduzione dell’indice di massa corporea, del rapporto vita-fianchi e a una più bassa prevalenza di sovrappeso e obesità (2).
- SINU – Società Italiana di Nutrizione Umana (2014). LARN – Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana, IV Revisione. 2014.
- Pounis, G., Di Castelnuovo, A., Costanzo, S., Persichillo, M., Bonaccio, M., Bonanni, A., … & Iacoviello, L. (2016). Association of pasta consumption with body mass index and waist-to-hip ratio: results from Moli-sani and INHES studies. Nutrition & diabetes, 6(7), e218.