Scelte alimentari in terza età: quali i determinanti?

scelte alimentari e anziani

Costruire dei piani per una sana alimentazione negli anziani è una priorità, considerando anche il crescente invecchiamento della popolazione e l’aumento dell’incidenza e della prevalenza delle malattie non trasmissibili.

A tal proposito, una recente revisione pubblicata su Food Research International evidenzia alcuni dei principali fattori che guidano le scelte alimentari. Tra questi, primeggiano gli aspetti culturali ed economici, alcuni attributi degli alimenti e diversi aspetti psicologici e fisici che guidano o ostacolano le scelte alimentari degli anziani (1).

Una popolazione anziana e a rischio in crescita

La popolazione di anziani, che definisce le persone di 65 anni o più, è in rapida crescita in tutto il mondo. Secondo le statistiche Eurostat 2020, aumenterà da 90,5 milioni all’inizio del 2019 a 129,8 milioni entro il 2050.

Il numero di persone di 85 anni e oltre cresce a un ritmo più veloce rispetto a quello di ogni altra fasca di età. Le persone tra i 75 e gli 84 anni saranno 56,1%; il numero di individui di età compresa tra 65 e 74 anni, dovrebbe aumentare invece del 16,6% (2). 

Queste circostanze si aggiungono al crescente peso globale delle malattie non trasmissibili (NCD). Tra queste, ricordiamo in particolare malattie del cuore, diabete, le malattie del sistema nervoso, il cancro e le malattie polmonari, che aumentano in generale con l’età. Inoltre, tra gli obiettivi dell’Agenda 2030, vi è l’invito a garantire una vita sana e a promuovere il benessere a tutte le età. Questo, include anche gli anziani, soprattutto in riferimento alla riduzione della mortalità prematura da NCD attraverso la prevenzione.

Nella prevenzione, come ormai noto, la dieta è un fattore importante per garantire un “invecchiamento in salute”. Una sana alimentazione, infatti, riduce la probabilità di sviluppare una serie di malattie croniche comuni e ne rallenta la progressione (1).

I fattori che influenzano le scelte alimentari in terza età

Fattori economici, sociali e culturali

Un livello economico sufficiente consente agli anziani di acquistare gli alimenti desiderati e superare alcuni ostacoli (quale la difficoltà di trasporto dal negozio sino a casa). Acquistando opzioni di pasto più costose, ad esempio, è più probabile che quanto acquistato sia stato preparato con ingredienti di qualità superiore o inviato con servizi di trasporto privati.

Tra i fattori sociali e culturali si ritrova, in primis, il livello di istruzione. Una migliore qualità della dieta e scelte più sane sono associate a un’istruzione superiore. Un livello di istruzione superiore è stato associato anche a maggior conoscenza dei benefici per la salute. Infatti, gli individui con una buona conoscenza degli alimenti e della nutrizione controllano meglio le loro pratiche alimentari e prendono decisioni alimentari salutari con una maggiore facilità.

Il Paese di origine ha un ruolo importante nelle diete degli anziani. Vivere in aree più sviluppate, infatti, implica spesso una maggiore disponibilità al consumo di alimenti sani come frutta e verdura, cereali integrali (ottimi per l’apporto di fibre), pesce, sali minerali e vitamine. In aggiunta a ciò, l’assenza di abilità in cucina limita la preparazione dei pasti in modo indipendente, compromettendo potenzialmente la capacità di mangiare sano.

Fattori intrinsechi ed estrinseci degli alimenti e condizioni fisiche e psicologiche

Tra gli attributi estrinseci che in terza età diventano rilevanti in fase di acquisto vi è sicuramente la composizione di prodottoLa presenza di etichette salutistiche, anche se spesso non comprese, spinge gli anziani a fare scelte salutari durante la spesa e ad avere una migliore percezione del prodotto.

L’abbondanza delle porzioni, invece, è un deterrente in questa fascia di età. La porzioni abbondanti e le relative offerte speciali, infatti, hanno una minore influenza sulle scelte salutari degli anziani, che spesso sono soli e necessitano di mono-porzioni.

Tra i fattori intrinsechi si ritrovano consistenza, percezione sensoriale e disponibilità di prodotti freschi. Una dieta sana che risponda alle esigenze specifiche degli anziani deve tenere conto dei particolari requisiti nutrizionali legati ai cambiamenti in questa specifica fase della vita.

Diversi studi riportano anche che spesso gli anziani non mangiano in modo adeguato a causa del loro stato di salute. In molti casi, non preparano i loro pasti perché hanno difficoltà motorie oppure perché fanno fatica a deglutire, preferendo quindi i soliti alimenti facili e comodi. Un’ulteriore aggravante della dieta monotona è la frequente mancanza di appetito.

Quest’ultima spesso dipende dallo stato di solitudine, dalla perdita del partner o dalla lontananza dalla famiglia. Le conseguenze di solito sono una richiesta di alimenti ricchi di carboidrati o l’astensione dal pasto. A causa di questi errori alimentari prolungati, si verificano di frequente casi di malnutrizione con perdita di peso o diete ipercaloriche associate a sovrappeso e obesità.

Inoltre, la difficoltà di masticazione o la presenza di protesi spingono molti anziani a evitare cibi percepiti come problematici. Il gusto e l’olfatto diminuiscono con il passare del tempo e di conseguenza, i piatti sembrano tutti uguali. Mangiare, in questi casi, può diventare una abitudine, un peso o addirittura un obbligo

Un passo cruciale sia in ambito pubblico che privato, sarà dunque capire anche in base a questi fattori come guidare le scelte alimentari degli anziani, migliorando l’aderenza a una corretta alimentazione a lungo termine durante questa delicata fase della vita. 

1.      Caso, G., & Vecchio, R. (2022). Factors influencing independent older adults (un) healthy food choices: a systematic review and research agenda. Food Research International, 111476.
2.      Eurostat (2020). Ageing Europe – statistics on health and disability