Il consumo di pesce in gravidanza è un tema che desta ancora molte preoccupazioni per le future mamme, soprattutto per il contenuto in mercurio e le eventuali tossinfezioni che derivano da una scelta della materia prima poco oculata. Una recente review analizza gli studi longitudinali condotti nelle Seychelles, dove il pesce è una componente importante nei regimi alimentari locali, rispetto a quelli condotti nel Regno Unito, dove il pesce viene consumato meno frequentemente, utilizzando i dati raccolti dall’Avon Longitudinal Study of Parents and Children (ALSPAC). I risultati ottenuti potrebbero aiutare le neomamme a valutare in modo più consapevole come e quale pesce consumare e gli eventuali rischi a ciò associati.
Pesce e contenuto in mercurio
Il pesce è ricco di nutrienti essenziali per il normale sviluppo del cervello, ma contiene anche mercurio organico (metilmercurio), sia naturalmente, sia attraverso un processo di metilazione del mercurio inorganico tipicamente presente negli ambienti acquatici.
La struttura del metilmercurio è in grado di legarsi ai tessuti dei pesci di tutte le taglie, accumulandosi nelle strutture muscolari. Di conseguenza, i pesci predatori (di taglia grande e mammiferi), essendo agli apici delle catene alimentari e nutrendosi del resto della fauna marina, raggiungono concentrazioni di metilmercurio più elevate. [MB1]
Il metilmercurio risulta tossico e viene assorbito più facilmente del mercurio inorganico dall’organismo umano, accumulandosi principalmente nei capelli e nel cervello.
Oltre ai rischi per la madre non sono trascurabili quelli per il feto. Il metilmercurio, infatti, ha la capacità di superare la barriera placentale accumulandosi nei tessuti con il rischio di neurotossicità critica, in particolare per il sistema nervoso centrale.
Poiché tutte le specie di pesce contengono tracce di metilmercurio che può danneggiare lo sviluppo cerebrale nel feto, alcuni Paesi hanno sviluppato delle Linee Guida per le donne in gravidanza e allattamento per un consumo di pesce “consapevole”. Tuttavia, nonostante le possibili ripercussioni negative legate al metilmercurio, la letteratura sugli effetti benefici legati al consumo di pesce è ampia. Per un corretto sviluppo neuronale e cerebrale del nascituro preziosi nutrienti, di cui il pesce è ricco, come vitamina D, acidi grassi omega-3, proteine, selenio e iodio lo rendono un alimento essenziale.
L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha definito per le donne in gravidanza che il consumo di 1-2 porzioni (fino a un massimo di 3-4) di pesce sia più sicuro del “non consumo”. Tale raccomandazione ha il fine di migliorare lo sviluppo delle strutture celebrali e retiniche del feto.
In ogni momento della vita, con l’obiettivo di assicurare i benefici per la salute, la scelta deve ricadere su pesci relativamente grassi e ricchi di EPA e DHA (omega 3) ma a basso rischio di contaminazione di metilmercurio: ad esempio il pesce azzurro (sarde, alici e sgombro)(1).
La nuova review: un confronto tra consumatrici frequenti e meno frequenti di pesce
La recente review (2), con un campione di circa 4500 donne inglesi in gravidanza, ha misurato i livelli di mercurio nel sangue in relazione alle informazioni sul consumo di pesce, molluschi e crostacei attraverso questionari alimentari. I figli sono poi stati seguiti in diverse fasi di crescita, incrociando i dati di esami biologici (tra cui sangue, urine, tessuto del cordone ombelicale, capelli e unghie dei piedi), fisici (pressione arteriosa e frequenza cardiaca) e cognitivi (comprensione matematica, cognizione sociale ragionamento scientifico e performance IQ).
I risultati della ricerca hanno mostrato come, nonostante l’esposizione al metilmercurio nelle donne in gravidanza, il consumo di più di due o tre porzioni settimanali di differenti tipologie di pesce (tra cui pesce bianco, grasso, molluschi e crostacei) abbia riscontri positivi sullo sviluppo del bambino.
I risultati UK confermano anche quelli riscontrati nello studio condotto sul campione delle Seychelles (3), dove il pesce è una componente quotidiana della dieta. 705 madri con figli sono state seguite a partire dalla gestazione, monitorando i figli dalla nascita all’adolescenza. In questo caso, i risultati non hanno solo mostrato l’assenza di associazioni negative tra l’apporto di metilmercurio prenatale e lo sviluppo dei bambini, ma hanno anche confermato prestazioni cognitive migliori, a riconferma dei preziosi nutrienti che il pesce apporta per lo sviluppo cognitivo e cerebrale.
- CREA, Dossier Scientifico delle Linee Guida per una sana alimentazione (2018)
- Golding, J., Taylor, C., Iles-Caven, Y., & Gregory, S. (2022). The benefits of fish intake: results concerning prenatal mercury exposure and child outcomes from the ALSPAC prebirth cohort. NeuroToxicology.
- Davidson, P. W., Cory-Slechta, D. A., Thurston, S. W., Huang, L. S., Shamlaye, C. F., Gunzler, D., … & Myers, G. J. (2011). Fish consumption and prenatal methylmercury exposure: cognitive and behavioral outcomes in the main cohort at 17 years from the Seychelles child development study. Neurotoxicology, 32(6), 711-717