L’intelligenza artificiale ci manderà tutti in pensione?

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È già da alcuni anni che l’Intelligenza Artificiale (AI) e le sue potenziali applicazioni stanno spopolando in diversi settori, ma con il recente avvento di Chat Gpt alcune professioni più di altre si stanno trovando di fronte a un interrogativo non indifferente: questo sistema sarà davvero in grado di sostituire motori di ricerca, tool e persino persone fisiche?

Che cos’è Chat Gpt?

Sulla bocca di tutti da metà dicembre, poco dopo il suo lancio ufficiale, oltre un milione di persone si era già iscritta a Chat Gpt per esplorarne le funzionalità, da chi voleva semplicemente un compagno di chiacchere sino a studenti e lavoratori interessati all’uso di questo software per ottimizzare attività della vita quotidiana.
Chat Gpt può essere definita come modello di linguaggio generativo, ovvero un sistema di chatbot gratuito progettato proprio per simulare conversazioni tra esseri umani. La pagina web Chat Gpt si presenta dunque come un sito dove si può conversare proprio come in una normale chat. È un software in grado di scrivere contenuti di diversa natura, da brani musicali sino a testi più complessi grazie a 175 miliardi di parametri già settati e la dotazione di apprendimento automatico che consente di rendere sempre più precise le risposte fornite. Ultimo ma per importanza, Chat Gpt sembra in grado addirittura di strutturare menù completi e salutari con il presunto rischio nel lungo periodo di sostituire figure qualificate che di questo occupano. Ma è davvero così?

Chat Gpt potrebbe davvero rubarci il lavoro?

Ad oggi ci sentiamo di rispondere di no. Tra i limiti principali emergono infatti diversi fattori determinanti, soprattutto rispetto alla completezza di informazioni e piani che invece possono fornire persone qualificate.
Per citare solo alcuni dei limiti lampanti di questo software:
– Il rischio di aumentare la disinformazione;
– Il rischio di aumento delle persone che si affidano a diete “fai da te”, potenzialmente rischiose in termini di salute;
– L’assenza della chat di capire e percepire emozioni e sentimenti, alla base di un percorso nutrizionale strutturato;
– l’impossibilità di personalizzare davvero i piani alimentari come un professionista esperto è in grado di fare.

Sostituire la professione no, ma supportarla?

Su questo fronte siamo più positivi. Questo nuovo sistema non preoccupa anzi, potrebbe essere addirittura un’opportunità anche nel settore della Salute, ottimizzando il lavoro di chi le diete le fa per professione. Oggi sono disponibili davvero tante app che propongono diete basandosi solo su parametri numerici quale peso, altezza e obiettivi da raggiungere ugualmente pericolose. Chat Gpt, invece, se utilizzata con criterio da un professionista, potrebbe essere un valido supporto per trarre ispirazione per nuove ricette e menù da proporre ai pazienti, riponderando le informazioni ottenute con il raziocinio e l’expertise che solo un professionista può assicurare.
Potrebbe dunque essere un utile strumento nella pratica quotidiana, anche grazie alla capacità di fornire informazioni nel rispetto delle richieste dell’utente.
Non dimentichiamo che per avere un piano strutturato e rispettoso delle proprie esigenze, è necessario il consulto del proprio medico o con un esperto in Nutrizione qualificato. La definizione di un corretto piano alimentare, adeguato per il singolo soggetto, e quindi personalizzato, richiede infatti una valutazione completa del soggetto da parte dell’esperto, che non può essere realizzata in modo adeguato ‘a distanza’.