Il fosforo contenuto nel pesce NON fa bene alla memoria

Quante volte ci è stato ripetuto “il pesce fa bene alla memoria perché contiene tanto fosforo”?! Ebbene, si tratta di un falso mito, per diversi motivi.
Prima di tutto, il pesce non è la migliore fonte di fosforo: fatta eccezione per l’orata e la spigola di allevamento che ne contengono quantitativi molto elevati, le altre specie contengono da 100 a 600 mg circa di fosforo (in media 300 mg) ogni 100 g di prodotto (1), ovvero concentrazioni inferiori a quelle presenti in formaggi, legumi, crusca e germe di grano, tant’è che le fonti principali nella dieta italiana sono rappresentate da “latte e derivati” e “cereali e derivati” (2). Inoltre, essendo così largamente diffuso tra gli alimenti, una sua carenza è davvero rara.
In secondo luogo, per quel che riguarda le funzioni, sebbene il fosforo faccia parte del sistema nervoso come componente dei fosfolipidi delle membrane cellulari e della mielina, non è stata dimostrata alcuna correlazione con miglioramenti nella memoria. Eventuali effetti benefici del pesce sulle capacità cognitive e sulla prevenzione del declino cognitivo, ancora oggi oggetto di studio, sono eventualmente attribuibili ai famosi acidi grassi omega-3 in esso presenti, fondamentali per un adeguato sviluppo del sistema nervoso (3).

 

Quali bufale alimentari e nutrizionali smaschereremo nei prossimi articoli? Segnalateci quelle che pensate possano essere delle fake news a questo link: https://www.nutrimi.it/foodmythbusters/

 

(1) Carnovale E, Marletta L. Tabelle di composizione degli alimenti – aggiornamento 2000 – Istituto Nazionale della Nutrizione. Milano: Edra, 2000.
(2) Società Italiana di Nutrizione Umana (2014). Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed Energia per la Popolazione Italiana – IV Revisione.
(3) Zhang, Y., Chen, J., Qiu, J., Li, Y., Wang, J., & Jiao, J. (2015). Intakes of fish and polyunsaturated fatty acids and mild-to-severe cognitive impairment risks: a dose-response meta-analysis of 21 cohort studies–3. The American journal of clinical nutrition, 103(2), 330-340.