Acqua Lete, in collaborazione con Nutrimi, promuove il nuovo dossier sul valore dell’acqua che indaga i sottovalutati aspetti nutrizionali dell’acqua minerale.
Milano,18 maggio 2022 – Nutrimi ha condotto un’indagine multi-target nell’ambito di una campagna informativa rivolta ai professionisti della salute promossa da Acqua Lete. Oltre 500 gli esperti coinvolti per fare chiarezza sulle proprietà favorevoli alla salute delle acque minerali: in particolare, rispetto a quanto e come i minerali disciolti in esse possano incidere favorevolmente sullo stato di nutrizione e salute dell’individuo. L’acqua minerale non è solo idratazione: il 42% dei professionisti intervistati considera le acque ricche in calcio preziose alleate nella gestione di patologie quali l’osteoporosi.
Il parere degli esperti: è più importante quale o quanta acqua bere?
L’acqua è un alimento e, grazie alla concentrazione di micronutrienti ed oligoelementi disciolti in essa, è una valida, quanto sottovalutata alleata, per la salute umana. È necessario quindi imparare a conoscere le diverse tipologie di acque. E da dove partire se non dalla corretta distinzione tra acqua del rubinetto e acqua minerale?
La più consigliata sembrerebbe l’acqua minerale. In questa cornice l’indagine condotta da Nutrimi rivela che 2 professionisti su 3 consigliano l’acqua minerale soprattutto a pazienti che hanno particolari condizioni cliniche o esigenze specifiche. L’acqua minerale proviene da un giacimento profondo, protetto, incontaminato: è pura all’origine, imbottigliata alla sorgente in contenitori sicuri e riciclabili e può avere proprietà favorevoli alla salute. Diversamente, l’acqua di rubinetto può provenire da falde superficiali, ma anche da laghi, fiumi e perciò, è soggetta a trattamenti di potabilizzazione e disinfezione.
7 professionisti su 10 dichiarano di consigliare acque povere in sodio: pediatri e ginecologi riferiscono di consigliare acque iposodiche a tutti i loro pazienti. I professionisti, inoltre, sembrano indicare acque ricche in calcio soprattutto a quei soggetti che necessitano di un maggiore apporto di questo minerale, in particolare a chi presenta osteoporosi. Per meno di 1 pediatra su 3, tuttavia, emerge che i pazienti in fase di crescita sono un target per questo tipo di acqua.
La presenza di bicarbonati nell’acqua, invece, appare essere il “plus” più trascurato dalla maggior parte degli specialisti, sebbene circa 1 professionista su 2 dichiari di raccomandare il consumo di acque che possono favorire i processi digestivi, in particolare in pazienti che lamentano disturbi dell’apparato gastro-intestinale.
Calcio e sodio: i minerali chiave nella nutrizione e idratazione
Tra le acque alleate della salute sono particolarmente degne di attenzione quelle calciche, bicarbonate e iposodiche. A fronte dell’alimentazione degli italiani, caratterizzata da un consumo medio di sale quasi doppio rispetto a quanto raccomandato dall’OMS (circa 10 g/die contro l’indicazione limite di 5 g/die), diventa fondamentale essere consapevoli dei potenziali benefici delle diverse tipologie di acqua.
Quando si parla di acqua e dei minerali in essa disciolti, tra quelli di maggior interesse dal punto di vista nutrizionale ci sono il calcio e il sodio: il primo da assumere in elevate quantità all’interno della dieta, l’altro da limitare per ridurre i rischi per la salute cardiovascolare.
A proposito di calcio, la gravidanza e l’età avanzata (in menopausa e più in generale età superiore a 60 anni) si caratterizzano per un aumentato fabbisogno (+200 mg al giorno) (1). Inoltre, le donne dovrebbero assumere da 700 a 1200 mg di calcio al giorno per ridurre il rischio di fratture. Di recente, è aumentato anche l’interesse verso il ruolo del calcio nelle malattie cronico-degenerative e, secondo alcuni studi, un suo intake adeguato si associa a una riduzione della pressione arteriosa negli ipertesi (3).
Falsi miti sulle acque ricche di calcio
A proposito delle acque ricche in calcio, è diffusa la convinzione che queste favoriscano la formazione di calcoli renali. In realtà, le persone che sono predisposte allo sviluppo di questa condizione, dovrebbero bere abbondantemente e frequentemente nel corso della giornata, senza temere che il calcio contenuto nell’acqua possa favorire la formazione di calcoli: anzi, le acque ricche in calcio possono costituire addirittura un fattore preventivo (1).
Inoltre, continua l’errata convinzione che il calcio presente nell’acqua non sia facilmente assorbito dall’organismo ma, in realtà, sono diversi gli studi che confermano come il nostro intestino sia in grado di assorbire il calcio presente nell’acqua, al pari se non più, rispetto a quello contenuto in latte e prodotti lattiero-caseari (3,4), con l’indubbio vantaggio che l’acqua minerale è priva di grassi e calorie e indicata per i soggetti intollerati al lattosio e i vegani.
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1. Società Italiana di Nutrizione Umana (2014). Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana–IV Revisione. SICS Editore.
2. Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (2019). Dossier Scientifico delle Linee Guida per una sana alimentazione (Edizione 2018).
3. Uusi-Rasi, K., Kärkkäinen, M. U., & Lamberg-Allardt, C. J. (2013). Calcium intake in health maintenance–a systematic review. Food & nutrition research, 57(1), 21082.