Sugar tax: le ultime novità dal mondo scientifico

L’aumento delle malattie legate all’obesità e alle condizioni metaboliche ha portato i governi di tutto il mondo a cercare soluzioni efficaci per affrontare questa crescente crisi sanitaria. Una delle misure più discusse e dibattute è la sugar tax, un’iniziativa che ha l’obiettivo di ridurre il consumo di alimenti e bevande ad alto contenuto di zuccheri.

Secondo i LARN, l’apporto quotidiano di zuccheri – inclusi quelli naturalmente presenti in latte, frutta e verdura – non dovrebbe superare il 15% dell’assunzione energetica giornaliera, ciò è pari a 75 g per una dieta di 2000 kcal1. Ancora più restrittiva e dettagliata è la linea guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che raccomanda di ridurre l’intake di zuccheri liberi a meno del 10% dell’energia giornaliera2.

Con l’obiettivo di fermare la progressione del diabete e dell’obesità, un report dell’Organizzazione Mondiale della Sanità del 2013 proponeva tra le policy possibili “per promuovere diete salutari” anche “l’uso di tassazioni sugli alimenti e sussidi”3. Oggi sono ben 42 i Paesi e le città che hanno adottato una forma di tassazione sugli zuccheri5: in Europa, accanto a pionieri come la Finlandia e la Norvegia le cui legislazioni in materia risalgono a ben prima degli anni 2000, hanno adottato la tassa anche la Lettonia nel 2004, l’Ungheria nel 2011, la Francia nel 2012, il Belgio nel 2016, la Catalogna e il Portogallo nel 2017, l’Irlanda e la Gran Bretagna nel 2018.

Un po’ di numeri

Perché adottare la sugar tax?

Sebbene l’Italia non sia fra i primi Paesi per consumo di prodotti ad alto contenuto di zucchero, un recente studio pubblicato su PLOS Medicine e condotto dai ricercatori della University of Cambridge School of Clinical Medicine su ragazzi di fascia d’età compresa fra i 10 e gli 11 anni, ha dimostrato che la sugar tax introdotta nel Regno Unito nel 2018 è associata a una riduzione dell’obesità dell’8% nel target di riferimento5. A questa percentuale corrisponderebbero circa 5.200 casi di obesità in meno ogni anno nel Regno Unito.

La situazione in Italia

Nonostante le molteplici proposte avanzate dalla politica in questo ambito, l’Italia è uno dei Paesi più restii ad adottare sistemi di tassazione sugli alimenti, e di fatto l’applicazione della tassa è stata varata del 2019 ma entrerà realmente in vigore il 1° luglio.

In attesa della nuova legge, è importante non dimenticare che gran parte del cambiamento nelle abitudini alimentari deriva proprio dall’educazione: imparare a conoscere quali alimenti sono più salutari e sapersi districare anche fra quelli che sembrano più salutari di altri, pur non essendolo, può fare la differenza.

 

Referenze

  1. Società Italiana di Nutrizione Umana-SINU, 2018. LARN – Livelli di assunzione di riferimento per la popolazione italiana.
  2. Guideline: Sugars intake for adults and children. Geneva: World Health Organization; 2015.
  3. World Health Organization (2013). Global action plan for the prevention and control of noncommunicable diseases 2013-2020.
  4. Grummon AH et al. (2019). Designing better sugary drink taxes. Science.
  5. Rogers NT, Cummins S, Forde H, Jones CP, Mytton O, et al. (2023) Associations between trajectories of obesity prevalence in English primary school children and the UK soft drinks industry levy: An interrupted time series analysis of surveillance data. PLOS Medicine 20(1): e1004160. https://doi.org/10.1371/journal.pmed.1004160