
In un recente studio pubblicato sulla rivista Cancers, è stato valutato l’effetto di una supplementazione con DHA in un gruppo ristretto di donne con cancro al seno (1). L’obiettivo dello studio era quello di misurare i livelli plasmatici di due mediatori lipidici pro-resolutivi: resolvina D1 (RvD1) e resolvina D2 (RvD2). I risultati hanno mostrato un aumento significativo delle resolvine nel sottogruppo di pazienti portatrici di mutazioni BRCA1/2, suggerendo possibili sviluppi nella nutrizione oncologica personalizzata.
Cosa sono le resolvine?
Le resolvine sono una classe di lipidi bioattivi derivati dagli acidi grassi omega-3, in particolare dall’acido docosaesaenoico (DHA). Fanno parte dei mediatori specializzati della risoluzione dell’infiammazione, un gruppo di molecole che promuove attivamente la risoluzione del processo infiammatorio, fattore chiave nello sviluppo e nella progressione di diverse patologie, incluso il cancro. In particolare, RvD1 e RvD2 stanno suscitando un crescente interesse scientifico per il loro potenziale ruolo protettivo in ambito oncologico.
Cosa ci dice lo studio sulla supplementazione di DHA
Lo studio, condotto presso l’Università Sapienza di Roma, ha coinvolto 34 donne, di cui 26 con tumore al seno e 8 con patologie benigne come gruppo di controllo. Dopo 10 giorni di integrazione con DHA (2 g/die), sono stati misurati i livelli plasmatici di RvD1 e RvD2. I risultati hanno evidenziato una risposta differenziata alla supplementazione, in base al profilo genetico (1):
- Le pazienti portatrici di mutazione BRCA1/2 hanno mostrato un incremento significativo dei livelli plasmatici di RvD1 (+185%) e RvD2 (+101%) dopo la supplementazione con DHA.
- Al contrario, nelle pazienti con storia familiare di tumore ma senza mutazione BRCA1/2, è stata osservata una riduzione di RvD1.
Implicazioni nutrizionali e prospettive future
Questo studio, pur con un campione limitato, offre spunti interessanti per il futuro della nutrizione oncologica personalizzata. Il fatto che il DHA possa modulare i livelli di resolvine solo in specifici sottogruppi genetici (come le BRCA1/2-mutate) apre la strada a strategie nutrizionali mirate, basate sul profilo genetico del paziente. Le resolvine potrebbero inoltre diventare nuovi biomarcatori per monitorare la risposta infiammatoria o l’efficacia di interventi nutrizionali. Tuttavia, saranno necessari studi più ampi e controllati, con follow-up clinico, per comprendere se l’aumento delle resolvine si traduca anche in benefici clinici concreti, come una riduzione dell’infiammazione sistemica, della progressione tumorale o del rischio di recidiva.
Bibliografia
- Molfino, A., Imbimbo, G., Salerno, G., Lionetto, L., De Luca, A., Simmaco, M., Gallicchio, C., Picconi, O., Amabile, M. I., & Muscaritoli, M. (2025). Effects of DHA Oral Supplementation on Plasma Resolvin D1 and D2 Levels in Naïve Breast Cancer Patients. Cancers, 17(10), 1694. https://doi.org/10.3390/cancers17101694