La partecipazione a congressi internazionali è un modo essenziale per promuovere il lavoro degli studiosi. Ma quale visibilità hanno le donne in questi eventi? È migliorata negli anni?
In un articolo recentemente pubblicato su Frontiers in Nutrition, un gruppo di ricerca del Rouen University Hospital ha valutato quale fosse la tendenza a presenziare del sesso femminile ai congressi della Società Europea di Nutrizione Clinica e Metabolismo (ESPEN) descrivendo l’evoluzione della percentuale di relatrici tra il 2011 e il 2019 (1).
Le donne nella scienza: una rapida overview
Negli ultimi venti anni si è assistito a un aumento delle donne nella professione medica e parallelamente a un incremento della partecipazione delle stesse alle professioni scientifiche.
L’Italia si presenta con una percentuale di femminile stabilizzata al 40% nel 2016 rispetto al 60% dei paesi Baltici, della Romania e della Croazia. Questo incremento non ha, tuttavia, garantito automaticamente alle donne il diritto di accesso a ruoli di leadership e di equo corrispettivo economico.
In Italia, benché la legislazione sia chiara (l’Art. 37 della Costituzione , rafforzato dall’art.28 del Codice di Pari Opportunità, dice che per “il lavoratore donna si applicano gli stessi diritti, qualità del lavoro e remunerazione, che per il lavoratore uomo”, al quale si sono aggiunte azioni positive rafforzative, come previste dall’art.42 del Codice di pari opportunità relativo alla qualità della vita (dec n.198/2006)), emerge come il sistema sia lontano da essere monitorizzato in senso applicativo, probabilmente per assenza di cultura operativa e di fondi economici.
Si stima, in accordo con i dati Eurostat rilevati nel 2013, che le donne nel mondo medico dei 27 paesi della UE abbiano guadagnato 16,4% in meno rispetto ai colleghi maschi, senza tenere conto della differenza di ore esercitate. In Italia si è rilevato un pay gap del 7,3%, dato apparentemente virtuoso, bensì correlato al fatto che il part time femminile nel nostro Paese sia meno comune rispetto al resto dei paesi europei (2).
L’esempio del congresso ESPEN
Si tratta di uno studio retrospettivo che include dati pubblici ottenuti dai congressi ESPEN del 2011, 2015 e 2019. L’endpoint primario è stato la percentuale di donne relatrici nelle principali sessioni orali (comunicazioni orali e conferenze specifiche). Gli endpoint secondari sono stati invece la percentuale di donne in altre posizioni ad alta visibilità (moderatori, interventi in simposi guidati dall’industria) e i Paesi di origine.
Analizzando i dati ottenuti, è emerso come:
· la percentuale di donne relatrici nelle comunicazioni orali sia rimasta pressoché stabile tra il 2011 e il 2019 (43% vs. 41%);
· la percentuale di donne moderatrici nelle sessioni di comunicazione orale sia aumentata significativamente tra il 2011 e il 2019 (13% vs. 41%).
· la percentuale di donne relatrici e moderatrici nei simposi guidati dall’industria sia aumentata significativamente tra il 2011 e il 2019 (11% vs. 41);
· la percentuale di moderatrici nelle sessioni formative sia rimasta stabile nel periodo, con una marcata sottorappresentazione delle donne nel 2015.
In tutti e tre i congressi, le donne dei Paesi ospitanti erano maggiormente rappresentate come moderatrici rispetto alle donne di altri Paesi. Da questi dati è emerso dunque come la percentuale di donne relatrici nelle comunicazioni orali sia rimasta abbastanza stabile negli ultimi 8 anni ai congressi ESPEN, sebbene sia aumentata la rappresentanza femminile in altre posizioni ad alta visibilità. Gli uomini restano in ogni caso sovrarappresentati rispetto alla controparte femminile, che dovrebbe essere maggiormente incoraggiata a promuovere il proprio lavoro accademico.
Quali potrebbero essere le strategie per aumentare la partecipazione femminile?
Questo studio retrospettivo è il primo che mostra la ridotta visibilità delle donne nei congressi di nutrizione clinica, in un periodo di 8 anni, analizzando tre congressi ESPEN.
La tendenza negativa potrebbe essere legata all’assenza di modelli di ruolo femminili, che non incoraggia le giovani donne a progredire e a condividere il proprio lavoro accademico. Queste giovani donne, prive di mentori, potrebbero essere timorose di esporsi alle conferenze in cui predominano gli esperti maschi, lasciando più spazio ai giovani uomini che si ispirano ai più anziani.
Nello studio le donne sono sovrarappresentate come relatrici o moderatrici nei simposi organizzati dall’industria. Tuttavia, alcune aziende hanno attuato una vera e propria politica di parità, mentre altre praticano il “femminismo di facciata”, una strategia che consiste nel dare risalto alle donne per migliorare la propria immagine pubblica senza cambiare realmente le proprie pratiche interne.
Per promuovere l’uguaglianza di genere e raggiungere la parità ai congressi sono state proposte alcune strategie, tra cui:
· avere un obiettivo di equilibrio di genere coerente con i soci;
· adottare una politica trasparente di genere per i relatori;
· predisporre un comitato organizzativo equilibrato;
· preparare un elenco di potenziali donne, senior, a metà carriera o più giovani, che potrebbero beneficiare dell’esposizione;
· organizzare strutture adatte alle famiglie atte a sostenere i giovani genitori, in particolare le giovani madri;
· monitorare e fornire un riepilogo “epidemiologico” a seguito dei congressi.
Parlare a riunioni internazionali aumenta l’esposizione di uno scienziato ai suoi colleghi e contribuisce ad accrescere la reputazione, le future collaborazioni e persino il futuro avanzamento professionale. La diversità dei relatori è di grande utilità per la ricchezza degli scambi durante un congresso. È quindi essenziale incoraggiare la partecipazione delle donne affinché l’elenco dei relatori rifletta realmente la crescente femminilizzazione delle specialità mediche.
1. Occhiali E., Demailly Z., Clavier T., Achamrah N.(2022).Women’s visibility at European Society for Clinical Nutrition and Metabolism congresses from 2011 to 2019: Is the floor yours?.Frontiers in Nutrition
2. Albanese, S., & Gesù, B. Gender composition in the medical profession in Europe. Social implications and criticalities. Composizione di genere nella professione medica in Europa. Implicazioni sociali e criticità.