Consumo di grassi e sazietà: un binomio tutto ‘cerebrale’

Perché gli alimenti grassi sono generalmente percepiti come più soddisfacenti? I ricercatori stanno cercando di rispondere a questo apparentemente semplice quesito, e un nuovo studio inglese apporta una spiegazione fisiologica al corpo di conoscenze scientifiche sul tema.

Dal trial clinico randomizzato è emerso che mangiando alimenti grassi aumenta la concentrazione di colecistochinina (CCK), l’ormone che stimola la digestione di lipidi e proteine. L’aumento del CCK è in grado di controllare il segnale BOLD (Blood Oxygen Level-Dependent, ovvero la risposta dipendente dal livello di ossigenazione del sangue) in alcune aree cerebrali associate proprio alla sazietà e alla soddisfazione.

Oltre ad aver individuato come gusto, appetito e soddisfazione rispondano non solo a segnali sensoriali, ma anche a input biologici legati allo stato fisiologico/nutrizionale del soggetto, gli autori evidenziano come tale risultato potrebbe fornire un punto di partenza per la formulazione di prodotti alimentari in grado di attivare il meccanismo cerebrale di ‘ricompensa’ pur con un ridotto apporto di grassi.

 

Eldeghaidy S et al. Prior Consumption of a Fat Meal in Healthy Adults Modulates the Brain’s Response to Fat. J Nutr. 2016 Sep 21.