Scarsa assunzione di calcio in età pediatrica: un problema sottovalutato in Italia?

Da qualche giorno in Francia si è riesacerbata l’attenzione verso l’inadeguata assunzione di calcio da parte del 50% dei bambini tra 6 e 10 anni, con decine e decine di news che ne parlano. Come siamo messi in Italia? Già nel 2015, Giuseppe Di Mauro, Presidente della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale – SIPPS affermava, all’indomani della presentazione della prima Consensus sulla vitamina D, che i bambini italiani oltre ad essere soggetti a ipovitaminosi D nel 50-70% dei casi, mediamente non arrivano al 50% del fabbisogno giornaliero di calcio (1), due dati da inquadrare con la giusta attenzione, visto che l’assorbimento del calcio è favorito proprio dalla vitamina D.

Dal recente studio di Dieta Totale Nazionale (TDS) promosso dall’Istituto Superiore di Sanità (2), l’assunzione di calcio stimata per le diverse classi di età della popolazione italiana risulta superiore a quella stimata per la popolazione francese dal TDS nazionale condotto dalla French Agency for Food, Environmental and Occupational Health of Safety (ANSES) (3), risultando tuttavia eccessivamente bassa fra gli adolescenti, il gruppo di età contraddistinto dal massimo fabbisogno, e in misura minore in anziani, adulti e bambini.

Considerando che latte e derivati assicurano il 51% dell’apporto giornaliero di calcio (2), e che in Italia, secondo gli ultimi dati disponibili dall’Indagine INRAN-SCAI sui consumi alimentari da parte degli italiani, l’assunzione di latte/yogurt nei bambini tra 3 e 9 anni è inferiore rispetto alle 3 porzioni giornaliere indicate dalle linee guida per una Sana Alimentazione Italiana (poco più di 200 g contro le 3 porzioni da 125 g consigliate per i bambini (2;4)), forse in Italia non si sta dando all’argomento l’attenzione che meriterebbe, considerando il ruolo fondamentale del calcio non solo in numerosi processi dell’organismo ma anche per la normale crescita e per lo sviluppo osseo nei bambini.

 

(1) SIP e SIPPS presentano la prima Consensus sulla vitamina D. Ottobre 2017. Comunicato stampa. https://www.sip.it/wp-content/uploads/2017/10/COMUNICATO.pdf
(2) Notiziario dell’Istituto Superiore di Sanità (2018). Lo studio di dieta totale nazionale: assunzione di nutrienti ed esposizione a contaminanti nella popolazione italiana. Volume 31 – Numero 10. http://old.iss.it/binary/publ/cont/ultimo_ONLINE_10_.pdf
(3) French Agency for Food, Environmental and Occupational Health of Safety (ANSES). Second French Total Diet Study (TDS2) Report 1. Inorganic contaminants, minerals, persistent organic pollutants, mycotoxins and phytoestrogens. Maisons-Alfort, France: ANSES; 2011.
(4) Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (2003). Linee guida per una sana alimentazione italiana. http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_652_allegato.pdf