Obesità in Italia: una sfida clinica e sociale tra nuove terapie e prevenzione

L’obesità è oggi riconosciuta come una malattia cronica, progressiva e recidivante. Non si tratta soltanto di una questione estetica o comportamentale: è una condizione complessa, con profonde implicazioni cliniche, psicologiche e sociali. Secondo i dati epidemiologici dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), circa 17 milioni di italiani convivono con l’obesità o il sovrappeso, un dato allarmante, soprattutto alla luce della forte associazione con patologie croniche come malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e alcuni tipi di cancro.

L’obesità in Italia tra sfide regionali e iniquità sociali

L’ultima fotografia epidemiologica fornita dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) mostra che il 33% della popolazione italiana è in sovrappeso, mentre circa il 10% presenta un quadro di obesità (1).

Sebbene le percentuali complessive siano rimaste relativamente stabili tra il 2008 e il 2021, emergono segnali preoccupanti a livello regionale e sociale. Nel Nord Italia, ad esempio, la prevalenza dell’obesità è cresciuta dal 9% nel 2008 all’11% nel 2021, mentre al Centro e al Sud i valori sono in lieve calo. La Campania, tuttavia, si conferma come la regione con la più alta prevalenza di eccesso ponderale (1).

Un altro aspetto da non trascurare è il gradiente socioeconomico: la prevalenza dell’obesità raggiunge il 16% tra le fasce di popolazione con maggiori difficoltà economiche, contro il 9% fra le persone più abbienti (1). Questo dato sottolinea l’importanza di considerare l’obesità non solo come un problema sanitario, ma anche come una questione di equità sociale e accesso alle risorse.

Tuttavia, i dati della sorveglianza PASSI (2008-2021) evidenziano una criticità importante: l’attenzione degli operatori sanitari nei confronti del sovrappeso e dell’obesità appare ancora insufficiente. Meno della metà delle persone intervistate ha ricevuto dal proprio medico il consiglio di perdere peso, e tale raccomandazione viene rivolta quasi esclusivamente alle persone obese, mentre è proposta solo nel 30% dei casi a chi è in sovrappeso, nonostante il rischio concreto di evoluzione verso l’obesità conclamata (1).

Farmaci anti-obesità: una nuova risorsa da integrare in un approccio multidisciplinare

Negli ultimi anni, la gestione dell’obesità si è arricchita di nuove opzioni terapeutiche, tra cui la semaglutide, una molecola appartenente alla classe degli agonisti del recettore del GLP-1 (glucagon-like peptide-1). Questi farmaci mimano l’azione del GLP-1, un ormone intestinale coinvolto nella regolazione dell’appetito e della glicemia. Originariamente sviluppati per il trattamento del diabete mellito di tipo 2, gli agonisti del GLP-1 sono oggi impiegati anche nella gestione dell’obesità, grazie alla loro capacità di aumentare il senso di sazietà e ridurre così l’assunzione calorica.

Nell’Unione Europea, la semaglutide è autorizzata per il trattamento dell’eccesso ponderale in adulti con un indice di massa corporea (BMI) ≥30 kg/m², oppure ≥27 kg/m² in presenza di almeno una comorbidità correlata al peso, come ipertensione, dislipidemia o diabete di tipo 2 (2). In Italia, tuttavia, il suo impiego per il trattamento dell’obesità non è ancora formalmente regolamentato e avviene prevalentemente in modalità off-label, verosimilmente anche a causa delle difficoltà di approvvigionamento del farmaco registrate negli ultimi anni (3).

Sebbene gli esperti concordino nel definire questi farmaci un’importante innovazione, non possono sostituire l’intervento sullo stile di vita, che resta il pilastro fondamentale nella gestione dell’obesità. L’approccio farmacologico ha infatti limiti ben precisi: non è adatto a tutti i pazienti e può comportare effetti collaterali gastrointestinali come nausea e vomito.

In definitiva, i farmaci anti-obesità andrebbero considerati uno strumento aggiuntivo, da integrare in un percorso multidisciplinare personalizzato che comprenda supporto nutrizionale, psicologico e, nei casi indicati, anche chirurgico. Il ruolo degli operatori sanitari in questo processo è centrale, non solo nella prescrizione e nel monitoraggio delle terapie, ma soprattutto nell’identificazione precoce del problema e nell’attivazione di interventi mirati.

Prevenzione: la vera priorità

La prevenzione primaria dell’obesità rappresenta la strategia più importante da perseguire per contenere la diffusione della malattia e ridurre le numerose complicanze ad essa associate. Agire precocemente, prima che si instaurino condizioni di sovrappeso o obesità, è essenziale per interrompere il ciclo della cronicità e promuovere una salute metabolica duratura. Interventi educativi nelle scuole, promozione dell’attività fisica, politiche alimentari basate sull’evidenza e ambienti favorevoli a stili di vita sani sono strumenti fondamentali per prevenire l’insorgenza dell’obesità sin dalle prime fasi della vita. La prevenzione, tuttavia, richiede un’azione sistemica e coordinata tra sanità pubblica, istruzione, istituzioni locali e società civile.

Cosa ci riserva il futuro? Alcuni dati sulla prevalenza dell’obesità appaiono incoraggianti, come la recente lieve riduzione osservata nelle regioni del Centro-Sud. Tuttavia, desta preoccupazione l’aumento dei casi nel Nord Italia. Resta aperta inoltre la questione se anche il nostro Paese si orienterà verso una maggiore accessibilità a farmaci come la semaglutide, seguendo l’esempio della Francia, che ha recentemente autorizzato la prescrizione da parte di tutti i medici e non più solo degli specialisti in endocrinologia e diabetologia.

La gestione dell’obesità è destinata a evolversi rapidamente: sarà fondamentale integrare approcci farmacologici, nutrizionali e comportamentali in un sistema sanitario sempre più orientato alla prevenzione e alla personalizzazione della cura.

Bibliografia

  1. Masocco, M., Minardi, V., Contoli, B., Minelli, G., Manno, V., Cobellis, L., & Greco, D. (2023). Sovrappeso e obesità nella popolazione adulta in Italia: trend temporali, differenze socio-anagrafiche e regionali con focus sulla Regione Campania. Bollettino Epidemiologico Nazionale, 4(1), 1-8.
  2. European Medicines Agency. (2023). Summary of Product Characteristics: Wegovy (semaglutide). Retrieved from https://www.ema.europa.eu
  3. Novo Nordisk S.p.A. (2023, 13 novembre). Nota informativa importante concordata con le autorità regolatorie europee e l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA): Ozempic® (semaglutide) e Victoza® (liraglutide): stato di carenza. Retrieved from Nota Informativa Importante su Ozempic (semaglutide) e Victoza (liraglutide)

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