Nutritional Influencer: una nuova “nicchia” di comunicatori della salute

Foto ad un piatto

L’interesse per uno stile di vita “healthy” e per la sana alimentazione è sempre più evidente e si riflette anche nel mondo dei social network. Secondo un’indagine dell’European Food Safety Autority, quasi 1 italiano su 4 utilizzerebbe i social come principale fonte di informazione sulla sicurezza alimentare (1). Accanto ai fenomeni di influencer marketing più noti, negli ultimi anni sono nati anche moltissimi “Nutritional Influencer”, ovvero professionisti della nutrizione che utilizzano i social per trasmettere messaggi sull’alimentazione.

Cosa fa il Nutritional Influencer?

Il Nutritional Influencer non è da confondere con il Food Influencer, profilo quest’ultimo basato perlopiù sulla condivisione di ricette, tips culinari o per gli acquisti, e tipicamente caratterizzato da un feed ricco di immagini ghiotte. Chiaramente le ricette possono essere presenti anche sulle pagine dei Nutritional Influencer, ma con uno scopo diverso, quello di trasmettere i principi di un’alimentazione sana ed equilibrata.

Teoricamente è considerabile influencer chiunque “condizioni” il comportamento di un consumatore. In base al numero di follower, si distinguono in nano-influencer, fino a 10.000 follower, micro-influencer, con un seguito compreso tra i 10.000 e i 50.000 follower, i middle-influencer, fino a 150.000, i big influencer, fino a 500.000, fino ad arrivare ai mega-influencer, che possono vantare oltre un milione di follower (2). In merito a questa classificazione, si osserva come i Nutritional Influencer siano ancora una relativa “nicchia”, posizionandosi perlopiù nella categoria dei micro-influencer, con poche eccezioni.

Le modalità di comunicazione dei Nutritional Influencer possono essere le più varie: c’è chi racconta la nutrizione nelle storie, chi si esprime attraverso infografiche, chi dedica rubriche allo scardinamento dei falsi miti alimentari, chi si focalizza su tematiche specifiche come possono essere l’alimentazione pediatrica e lo svezzamento, chi lancia sondaggi e organizza quiz per ‘interrogare’ i follower, chi fa molte collaborazioni con i brand dell’industria alimentare e chi non ne fa alcuna. Ciascun influencer ha le sue modalità di espressione a livello contenutistico, così come le sue policy di collaborazione con i brand (che naturalmente, ricordiamo, qualora presenti, devono rispettare l’uso dell’hashtag #adv all’interno dei contenuti sponsorizzati) (3). Non manca nemmeno chi rinuncia totalmente alle sponsorizzazioni e basa la sua presenza social sulla pura divulgazione scientifica.

Il potere della comunicazione “social” in ambito salute

Se i media tradizionali, come TV e radio, possono essere percepiti come poco autentici e più distaccati, gli influencer hanno il vantaggio di essere persone (2), con le quali è possibile parlare direttamente e alle quali è possibile a tutti gli effetti “affezionarsi”: il loro esporsi pubblicamente in video, in particolare, chiacchierando come si fa con un amico, li avvicina notevolmente al pubblico ed è la chiave per il successo.

Nonostante in Italia il mercato dell’influencer marketing sia ancora giovane, secondo l’Osservatorio Nazionale degli Influencer Marketing, nel 2019 il 66% delle aziende avrebbe realizzato da 1 a 3 progetti in collaborazione con influencer, nel 17% dei casi per il settore fashion o food&beverage (4).

Non mancano nemmeno i corsi per guidare chi vuole avvicinarsi alla professione di Nutritional Influencer.

Si tratta sicuramente di dati che devono far riflettere anche il mondo scientifico e istituzionale, considerando che queste figure hanno a tutti gli effetti il forte potenziale di veicolare messaggi scientifici al grande pubblico e rendersi portavoce per la promozione di stili di vita salutari.

Naturalmente tutto ciò può avere anche un risvolto negativo: come per tutte le professioni, anche in questo caso non mancano figure non professionali che si espongono senza reali competenze sul tema, e i rischi di una cattiva comunicazione sono dietro l’angolo. Un curioso studio condotto da ricercatori dell’Università di Liverpool, pubblicato su Pediatrics, ha mostrato come, tra i più giovani, ad essere efficaci sarebbero proprio le comunicazioni incentrate sugli alimenti “non salutari”, in grado di incrementare in maniera istantanea i consumi, a dispetto invece delle stesse comunicazioni ma con oggetto cibi “healthy” (5).

Nutritional Influencer “top”

Ecco alcuni tra i Nutritional Influencer del panorama italiano più seguiti su Instagram:

  • Sofia Bronzato (@sofiabronzato), Medico chirurgo esperto in nutrizione. Il suo profilo Instagram conta 122.000 follower e oltre 3.600 post. Pubblica numerosissime ricette e piatti “salutari” e non fa mai mancare ai propri follower spiegazioni e chiarimenti sul mondo nutrizionale.
  • Fernanda Scala (@non_chiamatela_dieta), Biologa nutrizionista. Su Instagram ha raggiunto 87.600 follower: ci tiene a far sapere che “dieta non significa privazione, ma un corretto stile di vita”.
  • Verdiana Ramina (@verdy75): una mamma Dietista. Racconta la nutrizione rivolgendosi principalmente alle mamme, parlando di svezzamento e nutrizione infantile. Quasi 57.000 i suoi affezionati, per i quali ha creato 3.300 contenuti.
  • Martina Donegani (@martinalasaluteincucina), Biologa nutrizionista con oltre 52.800 follower. Pubblica periodicamente su Instagram la rubrica “Lo sapevi?”, in cui racconta curiosità su alimenti o loro proprietà.
  • Manuela Mapelli (@nutrizionista_manuela): Biologa Nutrizionista specializzata in disturbi del comportamento alimentare. Il suo profilo colorato è ricco di ricette healthy ha fatto appassionare 49.500 follower.
  • Annamaria Acquaviva (@annamaria_acquaviva), Dietista nutrizionista e farmacista, si descrive come “una mamma sempre in corsa tra scienza e cucina, sognando il meglio per la salute di tutti i bambini”. Vanta oltre 28.200 follower.

E voi quali Nutritional Influencer seguite? Segnalateci nei commenti chi mettereste nella classifica.

  1. European Food Safety Authority (2019). Survey requested by the European Food Safety Authority (EFSA) and co-ordinated by the European Commission, Directorate-General for Communication.
  2. Mediakix – What is influencer marketing?. [Cited 2020 May 6]
  3. Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria (2017). Codice di autodisciplina della comunicazione commerciale. 8 marzo 2017. [Cited 2020 May 6].
  4. Osservatorio Nazionale Influencer marketing (2019) – Influencer marketing report.
  5. Coates, A. E., Hardman, C. A., Halford, J. C., Christiansen, P., & Boyland, E. J. (2019). Social media influencer marketing and children’s food intake: a randomized trial. Pediatrics, 143(4), e20182554.

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