Maggiori rischi per l’ocratossina A: il nuovo parere EFSA

contenitori spezie peperoncino pepe

L’EFSA ha da poco pubblicato un parere scientifico sull’ocratossina A (OTA), aggiornando l’ultima valutazione del rischio risalente al 2006. Dai nuovi dati a disposizione, risultano più chiari i rischi per la salute di questa sostanza e sembrano esservi fasce di popolazione effettivamente a rischio.

Le micotossine sono composti tossici prodotti naturalmente da vari tipi di funghi, Aspergillus e Penicillium nel caso di OTA, che entrano nella catena alimentare infettando le colture, tipicamente cereali, frutta secca, noci e spezie: l’esposizione alle micotossine può avvenire tramite il consumo di alimenti contaminati o tramite il consumo di animali nutriti con mangimi contaminati (1). La loro presenza può indurre effetti nocivi sulla salute, sia umana che animale, da semplici disturbi gastrointestinali a problemi renali, immunodeficienza e cancro (1).

OTA, attualmente considerata dallo IARC un possibile cancerogeno per l’uomo (2), è tra le micotossine che più destano preoccupazione per la salute umana (1). La si trova come contaminante in alimenti come cereali, carni conservate, frutta fresca e secca, e formaggi (3).

L’ultima valutazione del rischio condotta da EFSA su OTA risaliva al 2006. Sulla base dei dati a quel tempo disponibili era stata calcolata una soglia di assunzione settimanale tollerabile (DST) pari a 120 ng/kg di peso corporeo ed era stato osservato come l’esposizione allora stimata per la popolazione europea adulta (15-60 ng/kg di peso corporeo a settimana) fosse al di sotto di questa soglia (4).

Il documento appena pubblicato mostra effetti di tossicità e tumori renali nei roditori e genotossicità sia in vitro che in vivo (5). Poiché il meccanismo di cancerogenicità a livello renale non è del tutto chiaro, il limite di assunzione settimanale tollerabile di 120 ng/kg di peso corporeo stabilito nel 2006 non è più considerato valido ed è rimpiazzato da un nuovo approccio più prudenziale, il “margine di esposizione” (MOE) (5). Il MOE è il rapporto tra il quantitativo di sostanza alla quale si osserva un effetto avverso minimo ma misurabile (BMDL) e il livello di esposizione alla sostanza esaminata: per effetti di tipo non neoplastico si considerano critici valori di MOE <200, per gli effetti neoplastici valori di MOE <10.000 (5).

Per valutare l’esposizione all’OTA, sono stati uniti i dati delle oltre 70.000 misurazioni di OTA negli alimenti sottoposte in 10 anni all’EFSA con i dati di consumo individuale da database EFSA. La media dell’esposizione giornaliera cronica con la dieta variava tra 0,6 e 17,8 ng/kg di peso corporeo e l’esposizione calcolata al 95° percentile oscillava tra 2,4 e 51,7 ng/kg di peso corporeo (5).

Carni conservate, formaggi e cereali e derivati sono risultate le categorie che più contribuivano all’esposizione. Nel caso dei bambini, era importante anche il consumo di frutta fresca e disidratata, oltre che succhi e nettari di frutta (5).

Dal confronto tra i BMDL e i nuovi livelli di esposizione giornaliera considerati, per quanto riguarda gli effetti non neoplastici, è risultato un MOE >200 per la maggior parte dei gruppi di popolazione, indicando quindi bassa criticità, ad eccezione dei casi di maggiori consumatori nella fascia di età 0-6 mesi (5). Per quanto riguarda invece gli effetti neoplastici, il MOE calcolato è risultato <10.000 nella maggior parte dei casi indicando possibili motivi di preoccupazione, nel caso in cui la genotossicità sia diretta (servirebbero più dati a riguardo e la valutazione attuale probabilmente sovrastima il rischio) (5).

Sebbene siano necessari studi ulteriori per chiarire il meccanismo di cancerogenicità oltre che per stimare il quantitativo di ocratossina nel latte umano, valutando meglio il rischio nei neonati, potrebbero effettivamente esistere motivi di preoccupazione sanitaria per la maggior parte dei consumatori (5).

Questi risultati serviranno da base per la Commissione europea per stabilire i livelli massimi di OTA tollerabili all’interno dei prodotti alimentari.

  1. EFSA (2020). Micotossine. [Cited 2020 May 25]
  2. IARC (2020). List of Classifications. Agents classified by the IARC Monographs, Volumes 1–125. [Cited 2020 May 25]
  3. EFSA (2020). Ocratossina A negli alimenti: valutati i rischi per la salute pubblica. [Cited 2020 May 25].
  4. EFSA. Opinion of the scientific panel on contaminants in the food chain on a request from the commission related to ochratoxin A in food. The EFSA Journal, 2006, 365, 1-56
  5. EFSA. Scientific Opinion on the risk assessment of ochratoxin A in food. EFSA Journal, 2020, 18(5):6113, 150 pp.