La dieta del gruppo sanguigno NON ha validità scientifica

La dieta del gruppo sanguigno NON ha validità scientifica
La dieta del gruppo sanguigno AB0 è un food trend nato alla fine del secolo scorso e privo di ogni fondamento scientifico.

La dieta del gruppo sanguigno è un trend nato alla fine del secolo scorso e che per anni ha spopolato in tutto il mondo. Nonostante la sua popolarità, questo regime dietetico nel corso del tempo si è dimostrato privo di ogni fondamento scientifico.

Che cos’è la dieta del gruppo sanguigno?

La dieta del gruppo sanguigno nacque sul finire degli anni ’90, dalla teoria evoluzionistica del naturopata americano Peter D’Adamo. Secondo questa teoria i gruppi sanguigni che oggi conosciamo rivelerebbero le abitudini alimentari dei nostri antenati: a livello biologico, infatti, i diversi gruppi sarebbero associati a differenti tappe dell’evoluzione umana, a ciascuna delle quali corrisponderebbero determinati modelli alimentari.

  • Il gruppo 0 trarrebbe le sue radici dall’epoca dei cacciatori, per cui la dieta ideale dovrebbe essere sbilanciata a favore delle proteine animali.
  • Il gruppo A si sarebbe sviluppato durante il periodo di radicamento delle società agricole; la dieta, in questo caso, dovrebbe essere costituita da una consistente prevalenza vegetale.
  • Il gruppo B, traendo le sue origini dalle tribù nomadi di allevatori, dovrebbe preferire una dieta a base di prodotti lattiero caseari, uova ma anche pesce e carne.
  • Infine, il gruppo AB sarebbe la fusione tra la dieta A (vegetale) e quella B (animale).

Ogni gruppo sanguigno, avrebbe dunque una lista di alimenti da preferire (al fine di prevenire malattie croniche, soprattutto cardiovascolari), da consumare senza potenziali benefici (neutri) o da evitare.

Il libro Eat Right 4 Your Type, in cui D’Adamo presenta la dieta dei gruppi sanguigni, ebbe un enorme successo in tutto il mondo, vendendo oltre 7 milioni di copie tradotte in 60 lingue (1). L’attenzione da parte del mondo scientifico non tardò ad arrivare, portando il mondo della ricerca a dividersi tra sostenitori e oppositori.

Le prime confutazioni

Nel 2013 fu presentata una review sistematica (2) che analizzava le oltre 1400 pubblicazioni prodotte sul tema, e di queste, solo una risultò scientificamente rilevante. La ricerca in questione, utilizzando una classificazione del gruppo sanguigno differente da AB0, analizzava le differenze dell’impatto di una dieta a basso contenuto di grassi sui livelli di colesterolo LDL (marcatore di potenziali problemi cardiovascolari), senza evidenziare differenze attribuibili al gruppo sanguigno.

Nel 2014, in un altro studio, venne nuovamente testata la validità della dieta del gruppo sanguigno. Senza alcuna prescrizione dietetica, fu chiesto a un campione di 1455 persone sane di tenere un diario alimentare e furono misurate loro pressione, glicemia, lipidi nel sangue, BMI e circonferenza della vita (marcatori legati a malattie croniche). Incrociando i dati ottenuti con i rispettivi gruppi sanguigni emerse come un miglior stato di salute fosse più frequente in chi preferiva un’alimentazione ricca di vegetali e povera di grassi, indipendentemente dal gruppo sanguigno. Secondo la tesi di D’Adamo lo stato di salute dei partecipanti con gruppo 0- ad esempio- si sarebbe dovuto mostrare peggiorato da un’alimentazione a prevalenza vegetale, e viceversa (3).

Un’ulteriore (e recente) prova d’invalidità scientifica

In uno studio del 2021 (4) emerge ancora una volta come il gruppo sanguigno non sia associato a benefici legati alla scelta di specifici alimenti.
Basandosi sui dati di un precedente trial clinico (5) – in cui al gruppo d’intervento è stata assegnata una dieta a base vegetale e a basso contenuto lipidico per 16 settimane- sono stati valutati gli effetti su peso, lipidi nel sangue e glicemia, considerando il gruppo sanguigno. I risultati non hanno evidenziato differenze tra individui con gruppo sanguigno A o di altri gruppi, incluso lo 0, per il quale, secondo D’Adamo una dieta a base vegetale avrebbe dovuto sortire effetti negativi.

Dai diversi studi riportati emerge, dunque, come adottare uno stile di vita sano e un’alimentazione ricca di frutta, verdura, legumi e cereali integrali, a basso contenuto di grassi, risulti benefico per tutti, a prescindere dal gruppo sanguigno, che non incide in alcun modo.

1. Linee Guida per una Sana Alimentazione. 2018. Crea
2. Cusack, L., De Buck, E., Compernolle, V., & Vandekerckhove, P. (2013). Blood type diets lack supporting evidence: a systematic review. The American journal of clinical nutrition98(1), 99-104.
3. Wang, J., García-Bailo, B., Nielsen, D. E., & El-Sohemy, A. (2014). ABO genotype,‘blood-type’diet and cardiometabolic risk factors. PloS one9(1), e84749.
4. Barnard, N. D., Rembert, E., Freeman, A., Bradshaw, M., Holubkov, R., & Kahleova, H. (2021). Blood Type Is Not Associated with Changes in Cardiometabolic Outcomes in Response to a Plant-Based Dietary Intervention. Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics121(6), 1080-1086.
5. Kahleova, H., Petersen, K. F., Shulman, G. I., Alwarith, J., Rembert, E., Tura, A., … & Barnard, N. D. (2020). Effect of a low-fat vegan diet on body weight, insulin sensitivity, postprandial metabolism, and intramyocellular and hepatocellular lipid levels in overweight adults: a randomized clinical trial. JAMA network open3(11), e2025454-e2025454.