Pinoli e disturbi infiammatori: quale ruolo per l’acido pinolenico? 

pinoli prevenzione e salute

I disturbi infiammatori come, ad esempio, l’aterosclerosi, il diabete e l’artrite reumatoide sono regolati da citochine e altri mediatori infiammatori.
Gli attuali trattamenti per queste patologie sono associati a significativi effetti collaterali e non sopprimono completamente l’infiammazione.
A tal proposito, uno studio recentemente pubblicato sull’International Journal of Molecular Sciences analizza i potenziali effetti biologici e antinfiammatori dell’acido pinolenico contenuto nei pinoli e che, in genere, costituisce sino al 20% dei suoi acidi grassi totali (1).

Acido Pinolenico: che cos’è?

L’acido pinoleico (PNLA), è un acido grasso polinsaturo (PUFA) la cui sua struttura è analoga a quella dell’acido linoleico del GLA e dell’acido α-linolenico
Gli acidi grassi polinsaturi (PUFA), come ormai noto, hanno diversi effetti benefici sulla salute; tuttavia, la maggior parte degli studi sui PUFA, ad oggi, si è concentrata principalmente su altri acidi grassi, in particolare gli omega-3.

Tra i PUFA meno studiati emerge l’acido pinolenico (PNLA), la cui sua struttura è analoga a quella dell’acido linoleico del GLA e dell’acido α-linolenico.
Il PNLA potrebbe essere un esempio nutraceutico con effetti antinfiammatori proprio poiché in grado di attivare le vie antinfiammatorie tramite segnali intracellulari (1) .
In alcuni studi sull’uomo è stato dimostrato come il PNLA potrebbe avere un’azione antinfiammatoria, immuno-metabolica, antireumatica e antiaterogena, oltre a proprietà dimagranti. Secondo altri studi, invece, il PNLA potrebbe essere utilizzato come agente anticolesterico (2,3).

Nonostante questo notevole potenziale (anche come terapia complementare nella gestione delle malattie croniche e immunitarie e nei disturbi metabolici) sono necessari ulteriori studi e trial clinici per poter confermare o smentire il ruolo dell’acido pinolenico (1). 

I pinoli: oltre all’acido pinolenico…

I pinoli sono la tipologia di frutta secca a maggior contenuto di proteine (ben 32 g su 100 g di prodotto), seguiti dalle arachidi. Inoltre, sono particolarmente ricchi in rame, fosforo, magnesio, zinco, potassio, vitamina E e tiamina. Una sola porzione, pari a circa 120 pinoli, copre il 40% del fabbisogno giornaliero di rame, circa il 30% di quelli di magnesio e di vitamina E, il 20% del fabbisogno giornaliero di fosforo e il 16% del fabbisogno giornaliero di zinco di un adulto, micronutrienti importanti per il normale funzionamento di cervello, sistema immunitario, muscoli e ossa. 

1. Takala, R., Ramji, D. P., & Choy, E. (2023). The beneficial effects of pine nuts and its major fatty acid, pinolenic acid, on inflammation and metabolic perturbations in inflammatory disorders. International Journal of Molecular Sciences, 24(2), 1171.
2. Takala, R., Ramji, D. P., Andrews, R., Zhou, Y., Burston, J., & Choy, E. (2022). Anti-inflammatory and immunoregulatory effects of pinolenic acid in rheumatoid arthritis. Rheumatology, 61(3), 992-1004.
3. Amr, A. R., & Abeer, E. E. K. (2011). Hypolipideimic and hypocholestermic effect of pine nuts in rats fed high fat, cholesterol-diet. World Applied Sciences Journal, 15(12), 1667-1677.